Nel seguente saggio andremo a conoscere meglio queste minoranze linguistiche e ad analizzarle dal punto di vista della linguistica variazionale. In modo particolare cercheremo di rispondere alla domanda, se da un punto di vista sociolinguistico e possibile considerare queste minoranze come ulteriori varieta dell'italiano per repertorio linguistico italo-romanzo o se invece sono da classificare come appartenenti a un diasistema completamente differente.
"L'Italia e ancora oggi un paese ricco di minoranze linguistiche, cioe di comunita nelle quali la lingua di socializzazione none l'italiano o uno dei dialetti italo-romanzi ma una varieta diversa." Non ci riferiamo pero alle varie comunita di recente immigrazione dai paesi europei o extraeuropei, ma alle comunita storiche alloglotte, cioe comunita parlanti "altre lingue", che costituiscono le cosiddette minoranze linguistiche diverse per lingue, tradizioni culturali e condizioni socioeconomiche. In Italia le lingue registrate diverse dall'Italiano sono 31. Di queste 31 lingue pero solo 12 sono riconosciute dallo Stato.
lndice
Introduzione
1. Classificazione delle minoranze linguistiche
2. Singole minoranze
2.1 Sardo e catalano
2.2 Occitano e franco-provenzale
2.3 Ladino
2.4 Friulano
2.5 Dialetti tirolesi e alemannico
2.6 Sloveno
2.7 Croato
2.8 Albanese
2.9 Dialetti greci
2.10 Lingue zingariche
3. Le minoranze linguistiche nella sociolinguistica
3.1 Il repertorio linguistico italo-romanzo
3.2 Prestigio sociopolitico e storico delle minoranze
3.3 Le minoranze da un punto di vista diastratico e diafasico
4. Conclusione
5. Bibliografia
Introduzione
"L'Italia e ancora oggi un paese ricco di minoranze linguistiche, cioe di comunita nelle quali la lingua di socializzazione none l'italiano o uno dei dialetti italo-romanzi ma una varieta diversa" (Avolio 2011: 89).
Non ci riferiamo pero alle varie comunita di recente immigrazione dai paesi europei o extraeuropei, ma alle comunita storiche alloglotte, cioe comunita parlanti "altre lingue" (dal greco allos, "altro", e gl6tta, "lingua"), che costituiscono le cosiddette minoranze linguistiche diverse per lingue, tradizioni culturali e condizioni socioeconomiche (cfr. Avolio 2011: 89). In Italia le lingue registrate diverse dall'Italiano sono 31 (di cui una, il latino, e estinta). Di queste 31 lingue pero solo 12 sono riconosciute dallo Stato (cfr. Coveri et al. 1998: 57). Nel seguente saggio andremo a conoscere meglio queste minoranze linguistiche e ad analizzarle dal punto di vista della linguistica variazionale. In modo particolare cercheremo di rispondere alla domanda, se da un punto di vista sociolinguistico e possibile considerare queste minoranze come ulteriori varieta dell'italiano per repertorio linguistico italo-romanzo o se invece sono da classificare come appartenenti a un diasistema completamente differente.
1.Classificazioni delle minoranze
Viste le numerose minoranze linguistiche presenti in Italia e considerato importante ripartire queste minoranze in dei sottogruppi secondo determinati criteri. Secondo Coveri (1998: 58) e Avolio (2011: 90) possiamo classificare queste minoranze sulla base di due diversi criteri. Il primo criterio e di base linguistica. Mentre Coveri (1998: 58) pero differenzia 6 categorie, Avolio fa categorie piu grandi e le ripartisce fra lingue neolatine o romanze e lingue non neolatine: "Fra le prime troviamo [... ] le comunita provenzali od occitane, franco-provenzali e catalane e [... ] quelle gallo-italiche, sarde e friulane. Fra le seconde [invece troviamo] le comunita germaniche, slave (slovene e croate), albanesi e greche" (2011: 90).
"Il secondo criterio riguarda la distribuzione delle minoranze sul territorio e distingue fra "propaggini" (o "penisole") e "isole" linguistiche" (Avolio 2011: 90). Le propaggini indicano quelle comunita la cui lingua rispecchia quella di uno Stato confinante, da cui discende. Degli esempi sono la comunita germanofona dell' Alto Adige, i comuni e le frazioni di lingua provenzale in Piemonte o lo sloveno in Friuli Venezia Giulia. Le isole invece indicano quelle comunita che si sono formate attraverso "immigrazioni abbastanza lontane nel tempo" (Avolio 2011: 90). "[Degli esempi di] isole linguistiche sono le comunita albanesi dell'Italia meridionale e della Sicilia, quelle croate del Molise, quelle gallo italiche della Basilicata, della Sicilia e della Sardegna o quella catalana di Alghero (Sassari)" (Avolio 2011: 91).
Parliamo di distribuzione geografica perche se facciamo attenzione, notiamo che le propaggini nominate sono tutte da trovare nell'Italia settentrionale, mentre le isole in quella meridionale.
"[Questa distinzione non e pero del tutto netta][ ... ]: alcune comunita germaniche dell'arco alpino si sono [infatti] formate [... ] in seguito a migrazioni [... ] e si configurerebbero quindi come delle isole, anche perche poste a una certa distanza dalla frontiera [... ]. Viceversa, le residue comunita grecofone del Salento e dell' Aspromonte [... ] [sono difficilmente da classificare] come vere e proprie isole, [vengono infatti considerate il resto di territori piu vasti , un tempo completamente di lingua greca. Allo stesso modo pero non sono sicuramente una propaggine, nonostante la vicinanza della Grecia]" (Avolio 2011: 91). I comuni di lingua ladina inoltre non sono classificabili ne come propaggini, dato che non corrispondono a situazioni osservabili all'estero, ne come isole, dato che non sono il frutto di immigrazioni (cfr. Avolio 2011: 91).
Infine Avolio parla di minoranze diffuse e di nuove minoranze.
Le minoranze diffuse sono quei "gruppi nomadi sparsi su tutto il territorio nazionale [... ]. [Questi sono] distinti in sinti , rom e khorakane, [dividibili poi in] numerosi altri sottogruppi individuabili in base all'antichita dell'insediamento, la provenienza, la religione e le attivita svolte oggi o in passato" (2011: 91 ).
Le nuove minoranze invece sono le molte comunita di recente immigrazione. Nonostante i primi arrivi risalgano a trent'anni fa, rappresentano ormai una percentuale significativa della popolazione (cfr. Avolio 2011: 92).
2. Singole minoranze
2.1 Sardo e Catalano
La comunita di lingua sarda e quella numericamente piu consistente fra le varie minoranze linguistiche italiane, e nonostante i diversi dialetti intemi del sardo si sta creando fra le diverse parlare una sorta di uniformazione dovuta anche all'interferenza dell'italiano (cfr. Coveri et al 1998: 60). La comunita catalana presente in Italia invece e molto interessante perche si concentra in una sola cittadina sarda, Alghero, dove appunto viene parlato un dialetto catalano soprattutto nel centro storico. Questo dialetto catalano risale al quattordicesimo secolo durante la dominazione aragonese sulla Sardegna (cfr. Avolio 2011: 102).
2.2 Occitano e franco-provenzale
Le comunita di madrelingua occitano (o provenzale) e franco-provenzale risiedono per lo piu in Valle d' Aosta e Piemonte e sono gli ultimi discendenti di antiche immigrazioni dal sud della Francia.
Generalmente i parlanti di queste comunita sono trilingui (con l'italiano e il francese). In alcuni casi si parla pero piu di diglossia nei confronti della propria madrelingua (occitano e franco-provenzale vengono infatti usati come varieta familiare o intima) (cfr. Coveri et al 1998: 60).
Un antico dialetto provenzale lo troviamo anche in Calabria, a Guardia Piemontese (CS). Questo dialetto risale al Duecento quando dei coloni per lo piu valdesi, fuggirono per salvarsi dalle persecuzioni religiose in atto a quell'epoca. Essi furono pen) perseguitati anche in Calabria, c'erano infatti anche altri tre centri provenzali che vennero tuttavia distrutti.
Il franco-provenzale e una varieta galloromanza conservativa, che non ha subito l'effetto delle innovazioni del francese. In Svizzera e in Francia e ormai una varieta in disuso, quasi estinta, parlata solo dalle generazioni piu anziane, mentre in Piemonte e ancora di uso comune (cfr. Avolio 2011: 93).
A differenza del Piemonte, in Valle d' Aosta vige ufficialmente il bilinguismo italiano- francese e molte riunioni pubbliche o ufficiali si tengono in francese standard.
In provincia di Foggia troviamo due possibili isole di origine franco provenzale, fondate nel XIII secolo in seguito a migrazioni. None pen) facile classificare la loro lingua che e una varieta gallo-romanza ma con forti influssi meridionali. None quindi chiaro se sia una varieta provenzale o francoprovenzale (cfr. Avolio 2011: 94).
2.3 Ladino
"I ladini sono i discendenti di antiche tribu montane che si insediarono lungo i versanti delle Alpi e subirono quindi influssi dalla dominazione romana di cui assorbirono la lingua. Oggi le [... ] [comunita ladine sono collocate principalmente] in alcune valli delle Dolomiti e nel Friuli [... ].In certe aree della provincia di Bolzano [... ] il ladino e riconosciuto e tutelato e si affianca all'italiano e al tedesco che vengono insegnati [regolarmente] nelle scuole [... ]." (Coveri et al 1998: 60)
2.4 Friulano
La lingua friulana e una lingua romanza che fa parte delle lingue gallo-italiche.
"La situazione linguistica delle comunita di lingua friulana e molto eterogenea, dato che
vivono a contatto con un piccolo numero di germanofoni (nelle localita tedesche), di slavofoni (nelle localita slovene) e di soggetti monolingui (che parlano solo italiano, distribuiti un po' dovunque nella regione) (Francescato 1993: 324).
Come per il ladino, manca una koin e friulana unitaria con basi letterarie, e si assiste al rapido declino del suo uso specialmente fra le giovani generazioni." [da: Coveri et al 1998: 60]
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